La cultura dell’ascolto
In molti contesti aziendali si sta diffondendo una forte
cultura dell’ascolto e della condivisione. Questo stile di
direzione significa lavorare in gruppo e far comunicare i
vari attori aziendali, cercando di capire il punto di vista
degli altri.
Poiché le persone sono il nocciolo di un’azienda, questa
deve impegnarsi su vari fronti per valorizzarle e svilupparne
i talenti, vera forza propulsiva su cui puntare per
raggiungere e superare gli obiettivi e porre le basi per uno
sviluppo futuro. “Se i dipendenti non sono al posto giusto
nel momento giusto –afferma Amadio– l’azienda non
funziona al meglio: la persona collocata in un ruolo dove
non riesce a esprimere le sue capacità è sottoposta a stress,
perché non si sente soddisfatta, valorizzata e realizzata.
Da parte di tutti gli attori aziendali, e in primissimo luogo
da parte di dirigenti e manager, serve elasticità mentale,
ascolto, comunicazione e capacità di previsione. Molte
aziende vanno a gonfie vele anche in questo frangente
critico perché hanno intuito in anticipo la necessità di apportare
un determinato cambiamento e hanno anticipato
le trasformazioni economiche; le imprese che sono rimaste
fossilizzate, invece, ne hanno risentito”.Dai periodi di crisi, intesi come cambiamento, si può cambiare il nostro modo di ascoltare le esigenze del mercato, delle aziende e dalla persone che ci lavorano.
Dobbiamo pensare che con la capacità di ascoltare l'altro ci permette di risolvere ogni conflitto e predisposizione alle lotte interne.
La negoziazione parte dall'ascolto dell'altro e non dalla costruzione di muri che portano solo a dei meccanismi di difesa che possono portare a conseguenze amare.....
Riflettete